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Gli Obiettivi del Comitato per il parco delle Caffarella
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Sintesi sulle vicende delle arre della Caffarella espropriate nel 2005 ma inaccessibili
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Nel 1988 a seguito della presentazione di 13.000 firme al Parlamento Italiano da parte del Comitato per il Parco della Caffarella vennero destinati 26 miliardi di Lire per l’esproprio della Caffarella (Legge per Roma Capitale d’Italia del 1990).
Due sono stati gli espropri: quello della Giunta Rutelli nel 1998 e quello della Giunta Veltroni del 2005. Nel secondo esproprio alcune aree d’immenso valore storico-artistico-naturalistico, con accesso da via Appia Antica, sono state dal 2007 lasciate dal Comune di Roma agli ex proprietari benestanti in qualità di “detentori precari”.
Nel 2014 il Comitato si accorse di questa situazione che rischiava di trasformarsi in autentico regalo fatto dal Comune a questi signori, in quanto, trascorsi 20 anni dal 2007, essi potevano vantare l’usucapione del bene e appropriarsene definitivamente. Così, oltre ad aver preso i soldi dell’esproprio, avrebbero avuto la proprietà del bene. Il Comitato pertanto iniziò il suo impegno scrivendo all’allora sindaco Ignazio Marino senza aver risposte in merito, poi all’Assessorato al Patrimonio e anche in questo caso non si ottenne alcuna risposta.
Caduta la Giunta Marino e subentrato il Commissario Tronca, il Comitato effettuò nel 2016 un accesso agli atti al Direttore del Patrimonio e, ancora una volta, non ottenne risposta. Trascorsi 3 mesi il Comitato inviò una Richiesta di Attivazione dei Poteri Sostitutivi alla Vicesegretaria Generale del Campidoglio, Maria Rosa Turchi; quest’ultima accolse la richiesta del Comitato e ordinò al Direttore del Dipartimento Patrimonio la concessione dei documenti richiesti in precedenza.
Dai documenti ottenuti si è quindi potuto verificare il nome di questi ex proprietari e l’entità delle aree ancora occupate pari a oltre 110.000 metri quadrati. (Confronta mappa).
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Mappa dei siti espropriati ma lasciati dal Comune nel 2007 agli ex proprietari benestanti
Eletta Sindaca Virginia Raggi il Comitato ha sollecitato la soluzione della problematica. Ecco che nel dicembre 2016 è stata indetta una riunione congiunta delle Commissioni di Roma Capitale Espropri e Ambiente che ha portato alla costituzione di uno specifico Gruppo di Lavoro composto da: Ufficio Espropri, Servizio Giardini, Avvocatura Comunale, Municipi VII e VIII e Ente Parco Appia Antica.
Nel frattempo l’archeologa Rachele Dubbini pubblica un articolo* sulla concreta possibilità che presso il sito di via Appia Antica,43 -45 (Hyundai) possa trovarsi sepolto il tempio romano dedicato a Marte Gradivo (confronta foto), la cui scoperta sarebbe pari a quella di una piccola Pompei Romana, ma che non è possibile verificare in quanto situato in una delle aree espropriate, ma inaccessibili poichè ancora detenuta da un proprietario.
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Resti archeologici riconducibili al Tempio di Marte Gradivo (da R. Dubbini,2016)

Il Lavoro della Commissione Ristretta ha portato, nei primi 7 mesi del 2017, all’invio delle lettere agli ex proprietari di cessazione della detenzione precaria, ma, poiché per mesi il Comitato non era stato informato dell’andamento dei lavori, il 21 giugno 2017 ha consegnato al Segretario Generale del Campidoglio un’interrogazione d’iniziativa popolare sottoscritta da 519 cittadini. Trascorsi oltre 2 mesi dal termine massimo per la risposta (confronta art.5, comma 8 dello Statuto di Roma Capitale), e dopo molteplici sollecitazioni da parte dei cittadini (lettere, invio di centinaia di e.mail, incontri, ecc.) , il 31 ottobre la Sindaca ha finalmente risposto, ma solo su 2 dei 3 quesiti richiesti. Il terzo riguardava la presenza o meno in bilancio del milione di euro stanziato nel 2011 e mai speso in precedenza, essenziale per effettuare tutti gli interventi di sistemazione degli accessi alla Caffarella da via Appia Antica quando gli ex proprietari sarebbero stati allontanati. A dicembre 2017 il Comitato viene convocato presso la X Commissione Consiliare di Roma Capitale; in quella sede riceve la comunicazione ufficiale che quei soldi non erano stati riassorbiti dal bilancio comunale(come si temeva) ma risultavano ancora disponibili in quanto vincolati; essi inoltre sono stati incrementati di quasi 600.000 euri, passando da 1.000.000 a 1.599.000 euri.
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*R. Dubbini, A new Republican temple on the via Appia, at the borders of Rome's urban space, Journal of Roman Archaeology, 29, 2016, pp.327-347.
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